Come nasce un campione di basket: trasformare un sogno in realtà

La carriera di un campione di basket non inizia di punto in bianco dal nulla, ma si tratta di un percorso che comincia in tenera età. Un ruolo chiave per l’individuazione di un talento è quello degli istruttori di pallacanestro che lavorano con i giovanissimi. Sono loro, infatti, che possono comprendere le inclinazioni dell’atleta e hanno il primo compito di avviarlo a questa carriera. Non è detto che un talento non si sviluppi dopo, ma bisogna ammettere che, corretto o non corretto, la linea è questa, cioè di premiare risultati tecnici che spiccano in età precoce.

Quando si parla dell’individuazione di un talento in età giovanile, non bisogna immaginare solamente un ragazzo che casualmente sia proprio iscritto al minibasket, ma si può anche trattare di un talento individuato anche in altri sport o in una generica attività motoria dove si possono notare delle particolari capacità. In tutti i casi, il talento va poi coltivato con un perfezionamento progressivo e l’insegnamento della tecnica esecutiva, cosa che richiede anni e un percorso a tappe obbligato. In alcuni casi è qui che si conferma che il ragazzo è un talento del basket, o meno.

Difficoltà di trovare un talento

La questione dell’individuazione di un talento sportivo è molto discussa sia da allenatori, istruttori, psicologi, sociologi che dalle Federazioni Sportive Nazionali e a questo scopo si sta investendo molto in termini di tempo, denaro, risorse umane. Accaparrarsi un talento ancora sconosciuto, definendone la formazione e, una volta pronto, “incastrandolo” con un contratto blindato è un grandissimo vantaggio per una squadra. Il problema è nella possibilità di prevedere il destino di un ragazzo talentuoso con probabilità di successo partendo da dati tutto sommato sintetici e sulla base di pochi, o inadeguati, criteri a disposizione.

La situazione si complica ulteriormente giacché si tratta di uno sport che è seguito molto ma non moltissimo, che c’è concorrenza fra i diversi sport e un incremento dell’abbandono in età giovanile di qualunque genere di attività sportiva. La verità, alla luce di quanto detto, è che le possibilità di reperire una promessa dello sport, al di fuori del circuito abituale di reclutamento di ogni singola Federazione, è piuttosto bassa e dipende di conseguenza dal numero e dalla qualità degli atleti ivi presenti. Per questo, la ricerca assume sempre di più l’aspetto di una “caccia al campione” agguerrita che guarda a fasce d’età sempre più basse. Da qui l’importanza anche di formare e avere con sé istruttori e allenatori competenti.

Come si individua un talento

Definire i criteri secondo i quali si stabilisce che un ragazzo/a è un talento, o meno, non è semplice perché si tratta di fare una previsione per il futuro. Riuscire a immaginare correttamente il destino di un atleta permette di evitare di spendere inutilmente tempo e denaro, quindi, è importantissimo avere un planning di strategia e predizione. Un punto di partenza sono i risultati elevati, che mostrano la presenza di capacità alla base. Seguono elementi come la determinazione e l’amore per il basket che fanno sperare in un non abbandono dell’attività.

Il talento potenziale, quindi, è influenzato da fattori psicologici, caratteriali (personalità e motivazione), dal sostegno (dalla famiglia, dallo staff, etc.) e da elementi difficilmente misurabili. Ciononostante l’allenatore deve valutare tutto ciò in modo razionale e “scientifico”. A oggi, comunque, il primo passo per applicare una strategia di individuazione dei talenti significa offrire delle possibilità sportive, un ambiente adeguato, delle occasioni di gratificazione, sviluppare un sistema di cui i giovani vogliano far parte.